18Dic

Passano gli anni e ci si ritrova sempre più spesso a dire “eh un tempo…” eppure sembra davvero passata un’era da quei momenti indimenticabili trascorsi a casa dei nonni o degli zii e con tanti cugini, si respirava il profumo di festa, un profumo fatto di mille essenze, gli arrosti, la pasta all’uovo, il pane i dolci, quel pizzico di trasgressione che ci permetteva di andare a letto un po’ più tardi, di assaggiare il caffè o il vino, di aspettare con trepidazione di poter scartare i regali, sotto un albero adorno, anche di poche cose, magari sagome di cartone ritagliate il pomeriggio insieme a parenti che si vedevano una sola volta l’anno o anche meno. Lo sguardo di una persona che ti amava in quel momento per come eri. È vero questo anno terribile sotto molti punti di vista potrebbe minare la nostra intenzione di festeggiare per via dei divieti, DPCM, limitazioni di ogni tipo, eppure se c’è una cosa che il Covid ci sta insegnando è riscoprire i valori che ci hanno accompagnato per una vita. Tutti oggi vorremmo abbracciare nuovamente qualcuno dopo tanto tempo e questo ci ha ricordato di quante poche cose abbiamo bisogno per star bene, un amico, una semplice tavolata con i parenti, fatta di risate e un bicchiere di troppo, un abbraccio, uno sguardo… a volte un respiro.

Da bambina festeggiavo il natale a casa di nonna in un piccolo paese sperduto nella pianure laziali, partivo con i miei genitori dalla lontanissima Germania, altri parenti arrivavano dall’Inghilterra, senza contare quelli sparsi in giro per l’Italia, tutti con un’unica destinazione, il vecchio casale in campagna di nonna Gemma e nonno Giulio, considerando gli otto fratelli di papà eravamo sempre non meno di venti nipoti, tutte le mamme impegnate a preparare pranzi, cene e merende, due grandi tavolate per separare gli adulti dai ragazzini. Quella sì che era la vera vacanza, poter giocare liberamente, un nascondino una tombolata con il nonno che distribuiva pezzetti della buccia di un mandarino per coprire i numeri delle cartelle della tombola, caffettiere immense che nemmeno pensavi potessero esistere rilasciavano nell’aria l’aroma pungente del caffè fatto con la moka, la notte si dormiva in letti improvvisati sparsi per tutta la casa, per svegliarsi poi al mattino con il profumo del pane appena fatto e dell’orzo per noi bimbi accompagnato dai biscotti preparati da quella zia particolarmente brava con i dolci.

 

 

Una buona coscienza è un Natale perpetuo. (Benjamin Franklin)

 

Cosa è cambiato in questi ultimi anni? Non avete a volte la sensazione che qualcosa vi stia scivolando di mano? Nella frenetica società multimediale e consumistica di oggi abbiamo la possibilità di poter scegliere praticamente su tutto, possiamo decidere che vita vivere, e abbiamo appreso che ciò è possibile seguendo la via per il successo, possiamo avere in tempi incredibilmente brevi una quantità enorme di informazioni di qualsiasi genere, possiamo ascoltare un brano quando lo desideriamo, ordinare un pasto in ogni momento del giorno, bere un bicchier d’acqua quando vogliamo e chiamare una persona ovunque nel mondo, possiamo vederci recapitare a casa praticamente qualunque oggetto, eppure sembra manchi sempre qualcosa. A volte mi fermo a pensare su cosa possa essere o su cosa potrei volere ancora, così i miei pensieri iniziano a riavvolgersi indietro fino a fermarsi in quel preciso istante, in campagna con i cugini gli zii e i nonni, chiudo gli occhi e cerco di ricordare i profumi, rievoco i le voci le risate e i discorsi, sento il cane che abbaia in campagna a qualche gatto randagio, cerco insomma di ricreare almeno nella mia testa quello spirito del Natale che oggi a volte facciamo fatica a far entrare nelle nostre vite. Penso che forse per avere questo tutto abbiamo rinunciato a tanto, troppo! L’esperienza con il Covid mi ha insegnato a rivalutare un gesto semplice e automatico come il respiro, i giorni passati ad anelare un po’ aria fresca hanno completamente riscritto la mia lista delle priorità, non posso dire di aver avuto una vera e propria paura della morte, ma la consapevolezza che ciò potesse accadere si è fatta inesorabilmente strada con il passare dei giorni, adesso che sono in via di guarigione sento di nuovo lo spirito del Natale avvicinarsi, con passi sommessi, quasi timoroso di entrare nella mia vita per paura di sembrare inopportuno in questo periodo, e invece no vecchio amico mio! Entra pure a grandi passi, la porta è più che aperta, specialmente in questo 2020 costellato di tante sfide difficili e a volte pericolose; entra e vieni a ricordarmi cosa vuol dire avere le persone care intorno, il proprio cane o una foto da guardare, fammi rivivere la magia di preparare un biglietto con le mie mani e non con un app!!! Aiutami a trovare il vecchio quaderno a quadretti delle ricette di mia nonna, voglio sfogliarlo con te, leggere gli appunti, scovare una data e rivivere quel pomeriggio pieno di magia a preparare il ciambellone. Accompagnami spirito del Natale in queste festività dove sarà importante riscoprire i valori dell’amicizia e della fratellanza, voglio chiamare le persone che amo una ad una e dimenticarmi di whatsapp per gli auguri, voglio scrivere lettere a mano, con la fatica di chi non è più abituato a farlo ma con la forza dell’amore, fammi giocare con mio figlio, fammelo ascoltare per tutto quello che ha da dire, che questo mondo sempre più frenetico non mi da mai il tempo di ascoltarlo.

 

Fa’ poche cose se vuoi vivere tranquillo (Democrito)

 

Il Covid esiste non sono una complottista così nel dubbio l’ho sperimentato in prima persona, ma ho scoperto che possiamo combatterlo anche riscoprendo la serenità di affrontare la vita facendo poche cose fatte bene, ricreando quella semplicità che caratterizzava quei giorni magici di tanti anni addietro, la magia che era data dalla sola voglia di stare insieme per passare qualche momento con chi si amava, senza pretese o aspettative esagerate, è il Natale che porta la magia con se, non possiamo comprarla online, non è fatta di oggetti o situazioni sterili, è una magia fatta di sensazioni, emozioni e calore. Forse sì, dobbiamo imparare a fare poche cose ma soprattutto ad apprezzare quelle che abbiamo, questa penso sia la chiave per ritrovare il vero spirito del Natale, una vita semplice, con una scala di valori ben definita, la salute al primo posto, la famiglia e gli affetti in genere e infine le passioni, pochi ma definiti princìpi che se opportunamente incastrati sono in grado di generare e preservare un ambiente sano e POSITIVO! L’unico stato di positività che vogliamo per noi e per gli altri. La magia del Natale è quel modo genuino di stare assieme, lasciare i problemi fuori dalla porta, anche solo per pochi giorni, ripercorrere tappe della vita, eventi episodi divertenti che contribuiscono a generare la memoria di famiglia. Impariamo a riscoprire il bello delle piccole cose, ascoltiamo di più il nostro cuore e meno i notiziari.

#GemmaDeiNumeri1