12Apr

Aspettiamo con trepidazione la fine di questa terribile pandemia, o quantomeno una normalizzazione del nostro stato attuale, in realtà non credo ci sarà un vera e propria fine di tutto, nel senso letterale della parola, tanto meno potremo ritornare ad avere pieno potere sulle nostre abitudini pre-covid, ma certamente con una ritrovata libertà coglieremo l’occasione di RI-socializzare vis-à-vis; ma proprio questa nuova energia da scaricare tutta insieme, e ne stiamo accumulando davvero tanta, potrebbe tornarci indietro come un boomerang in forma negativa, se impariamo a dir di sì alla vita, quella che in prima analisi può essere catalogata come una fobia, diventerà invece il formidabile motore trainante della nostra vita.

Molti di quelli che mi conoscono meglio, sanno che generalmente non amo molto gli inglesismi, in pratica non riesco proprio a digerire il fatto che si debba per forza usare una parola “straniera” in sostituzione di una nella propria lingua, con gli acronimi poi, peggio ancora, sintetizzare un concetto usando solo poche sillabe, potrà sì far guadagnare un pochino di tempo, ma a discapito di una corretta e completa comprensione del concetto che si vuole esprimere. Devo però fare un’eccezione poiché in questo specifico caso l’acronimo coniato è molto in voga in questo particolare momento, dove una piccola luce si inizia a intravedere in fondo al tunnel; FoMo, ossia Fear Of Missing Out, letteralmente: “paura di essere tagliati fuori”, ma da cosa? Da tutto ciò che riteniamo possa essere utile per noi, ma davvero qualunque cosa, anche dalla vita stessa, ed è forse questo l’aspetto più inquietante di questa fobia. In questi mesi di pandemia abbiamo dovuto sopportare numerose privazioni e le abbiamo tutti davvero sofferte tanto, oltre che fisicamente, per quelli come me che hanno contratto il Covid, anche psicologicamente per aver dovuto rinunciare ad una normale vita sociale, e agli aspetti di “contatto” dovuti al tipo di lavoro svolto. Ebbene la sensazione di aver perso realmente qualcosa ha fatto capolino nella mia vita nel momento in cui mi sono resa conto che stavo rimanendo “tagliata” fuori da tutte quelle abitudini di socializzazione che sono tipiche del mio carattere e del mio lavoro: una chiacchierata dal vivo con clienti o amici, una passeggiata con la mia famiglia, un semplice pranzo tra colleghi; tutto sostituito da fredde conversazioni digitali, tutto trasformato in numeri, una sola lunga sequenza di 1 e 0, sparati alla velocità della luce per migliaia di chilometri di cavi sparsi in giro per il mondo, con l’impossibilità di raccogliere dati molto importanti per la socializzazione di un essere umano: il profumo di una persona o dell’ambiente circostante, i movimenti del corpo (non riusciamo mai a vederlo tutto in una chiamata tramite computer), una stretta di mano, un abbraccio, o più semplicemente, vedere una persona dal vivo a grandezza naturale.

 

Scambiandosi i loro pensieri, gli uomini comunicano come nei baci e gli abbracci; chi accoglie un pensiero non riceve qualcosa, ma qualcuno.
(Hugo Von Hofmannsthal)

 

Alla luce delle ultime notizie di possibili graduali riaperture, ho iniziato a pensare tra me e me quali potessero essere le cose che avrei voluto fare una volta riconquistata la libertà di potersi muovere liberamente e avere un contatto pseudo normale con le altre persone, come da mia abitudine ho iniziato a scrivere una piccola lista dei desideri, man mano che scrivevo però mi sono resa conto che questa lista tanto piccola non era, ho iniziato quindi a riflettere sul fatto che potessi essere caduta preda di una qualche spirale negativa, perché sarebbe stato letteralmente impossibile pensare di svolgere anche solo la metà di ciò che avevo scritto senza prendermi un minimo di due anni di vacanza! Ma attenzione non ho scritto cose come “il giro del mondo…”, “viaggiare sulla Luna…”, “cinque mesi alle Maldive…”, anzi mi sono accorta che erano tante piccole cose, molte delle quali legate al mio lavoro che è fatto di tanti contatti, avevo inserito cene aziendali, visite di cortesia, i pomeriggi con la famiglia a zonzo per la città, un semplice abbonamento in palestra, il cinema, un concerto, e perché no, scambiarsi un bacio in mezzo agli altri! Eppure questa lista di tante piccole cose è risultata poi essere pressoché infinita.

 

 

Ogni volta che non segui la tua guida interiore, senti una perdita di energia, una perdita di potere, un senso di morte spirituale.
(Shakti Gawain)

 

Ecco quindi che una pericolosa spirale negativa si affaccia nella mia e nelle vostre vite, la paura di essere tagliati fuori, di non riuscire a fare tutto ciò che ci eravamo prefissati, ma invece NO! Perché quella che ci apprestiamo a vivere nei prossimi mesi o anni, sarà la più potente delle spirali positive, certo la paura di non farcela per tutto potrebbe addirittura aumentare, ma se saremo bravi a gestire quella che possiamo tranquillamente identificare come una fobia, riusciremo ad incanalare questa incredibile e ritrovata voglia di vivere per realizzare tutto ciò che vorremo, se ognuno di noi troverà, a modo suo, la strada per convogliare questa energia, avremo la possibilità di affrontare con ritrovata positività, un imprevisto, un cambiamento, anzi saremo noi gli artefici di questo cambiamento! Impariamo a gestire la FoMo per cogliere tutti i suggerimenti che ci da quotidianamente, come? Ogni volta che percepiamo un cambiamento e che abbiamo paura di rimanere “tagliati” fuori dalle opportunità che questo rappresenta, facciamoci coraggio e affrontiamolo, tutte le volte che ci ronzerà per la testa un “se” diamogli una risposta. Tutte queste sono percepite da noi come intuizioni e sovente non gli diamo troppo peso, impariamo invece ad ascoltare il nostro cuore, dare credito a quelle intuizioni che in prima analisi ci possono sembrare superficiali, ma che invece partono da uno strato profondo del nostro inconscio e servono proprio per guidarci la dove non osiamo. Vi ricordate, parlammo già a suo tempo dell’importanza di dispiegare le vele in tempo per cogliere il vento delle opportunità che ci si presenterà davanti; uno dei modi più efficaci per compiere tutti questi passi è quello di valutare attentamente ogni possibilità ci si presenti di fronte, siamo talmente abituati a dire di no, che spesso ci dimentichiamo di cosa voglia dire dir di sì! Alcuni consigli efficaci su come contrastare questa fobia celata nel nostro inconscio, sono quelli di imparare a gestire i cambiamenti con più leggerezza, attenzione non superficialità, ma proprio quella leggerezza che si prova quando ci lasciamo qualcosa alle spalle; prendiamo spunto da tutte quelle persone che hanno saputo affrontare questa pandemia REINVENTANDOSI, non lasciandosi scoraggiare come questo virus maledetto vorrebbe, ma anzi, riuscendo a cogliere una opportunità anche in questo momento; non generalizziamo su tutto, non pensiamo che: “a me non succederà mai” e soprattutto non pensiamo a questa frase sempre al negativo, come abbiamo appreso da questa emergenza la vita può cambiare molto velocemente in negativo, ma altrettanto velocemente può farlo in positivo, in ultimo impariamo a non rimandare nulla, oggi è adesso… non domani!

#GemmaDeiNumeri1