19Ago
Nei giorni scorsi sono state pubblicate le dichiarazioni rilasciate dal Sig. Cecconi, AD di Aruba, che definiva i giovani d’oggi come persone che si accontentano di trovare un lavoretto qualunque e non hanno ambizione.
La causa di questo atteggiamento di “accettazione di quel che capita” è da ricercare, secondo il manager, nella mentalità che viene trasmessa ai ragazzi dalle famiglie e dalle aziende stesse.

Il dilemma degli studi 

L’errore più grande che commetterebbero le famiglie, secondo quanto dichiarato dall’AD di Aruba, inizia nel periodo scolastico dei ragazzi, ed è quello di consigliare ai figli di seguire il percorso di studi più semplice.

Bisogna riconoscere che forse è davvero presto fare una scelta per il proprio futuro a 13 o 14 anni (alla domanda “Cosa farai tra 10 anni?” la maggior parte dei ragazzi vi risponderà che non lo sa) ma questo non deve implicare il fatto che siano i genitori a scegliere il percorso più breve, più facile o che si pensa essere meno problematico per la ricerca di un impiego.

E’ molto importante che i ragazzi, crescendo, inizino a capire che nella vita bisogna fare delle scelte e queste (giuste o sbagliate che siano) presuppongono una analisi, una valutazione attenta delle possibilità legate ad un percorso piuttosto che ad un altro.

Al giorno d’oggi, in una realtà dove sono spesso i ragazzi ad avere potere sui propri genitori, è importante che mamme e papà aiutino i figli a ragionare, a pesare i vari fattori che si mettono sul piatto della bilancia per compiere delle scelte e a portarli a prendersi le proprie responsabilità.

 

Sbagliando si impara

Agendo, compiendo delle azioni, è possibile incorrere in errori. Sono molti i detti popolari ed i proverbi in questo senso, ed il messaggio che deve passare ai giovani non è quello che un errore può mettere a rischio il posto di lavoro oppure la professionalità di una persona.

Purtroppo spesso si diffonde l’idea che in azienda se fai un errore vieni marchiato negativamente oppure rischi di essere allontanato, e di conseguenza sembrerebbe che i giovani scelgano un posto di lavoro con attività ripetitive e meno rischiose per non doversi prendere la responsabilità.

Vi assicuriamo che sono molte le aziende dove l’errore non è visto come segno di negatività, ma anzi, viene utilizzato come spunto per migliorare ed essere un’occasione di crescita; lo stesso sig. Cecconi classifica gli errori come “…fonte di apprendimento…” e spiega che anche in Aruba, colosso del mondo della comunicazione digitale, gli errori vengono messi in conto.

 

I necessari cambiamenti culturali

Per sopperire al problema di giovani poco coraggiosi verso le responsabilità e che spesso si accontentano dei “lavoretti” bisognerebbe cambiare l’approccio alla cultura e alla realtà che ci circonda. 

In un mondo dove spesso ci si lamenta ma in realtà si agisce poco, è importante far passare il messaggio che è necessario (e meglio) fare, magari anche sbagliando, però comunque agendo con consapevolezza e, nel caso di errori, traendo sempre spunti positivi. 

 

In conclusione

A conclusione di questa riflessione ci sentiamo di dire innanzitutto che non concordiamo totalmente con la definizione di lavoretti: esistono lavori dove sono richieste competenze specifiche, magari più tecniche, ed altri che sembrano più semplici, ma per la nostra esperienza possiamo assicurarvi che in tutti i casi ed in tutte le aziende in cui vi troviate a lavorare, non possono mancare attenzione ed impegno.

Quello che anche noi notiamo è una certa paura da parte dei candidati ad affrontare nuove opportunità e a mettersi in gioco, ma le persone che spesso hanno avuto il coraggio di  lanciarsi, scommettendo su se stesse sono le persone che hanno poi ottenuto maggiori soddisfazioni.

 

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